Un viaggio tra sacro e profano
La cultura è l’ insieme di quei fattori che consentono ad un popolo di riconoscersi in determinati valori, in una lingua, in una religione, in tradizioni tramandate da generazioni in generazioni. La cultura passa anche dall‘enogastronomia di un luogo, dalle feste popolari, dalla particolarità dell’architettura, dall’arte, dalla letteratura e da tutti quegli altri elementi che concorrono a far sentire un popolo appartenente ad una medesima matrice storica, culturale e territoriale. Delineare un itinerario delle feste che si celebrano nell’arcipelago eoliano è un percorso affascinante che racconta tutta la storia di un popolo nato da secoli di dominazioni e di commistioni di culture diverse; il fascino è proprio questo, un portato culturale che ha frammenti di storia romana, greca, egizia, araba, napoletana, insomma, una cultura a più voci.
I caratteri comuni delle feste patronali
Le feste patronali che si celebrano nelle sette perle eoliane hanno una valenza religiosa. L’aspetto che le accomuna è la ritualità, tutte iniziano con la liturgia vespertina della vigilia che prepara al giorno di festa vero e proprio, giorno durante il quale si celebra la messa solenne e la processione del Santo patrono. Queste feste patronali vedono impegnati tutti i fronti della trama sociale delle isole, intervengono i cittadini e anche le istituzioni e le amministrazioni locali nei preparativi delle feste, delle fiere, delle manifestazioni sportive, delle manifestazioni musicali e nella realizzazione dei fuochi d’artificio che accompagnano l’intero svolgersi della festa. Il “mercato” ha una funzione rilevante poiché è la manifestazione dell’aspetto profano delle feste a carattere religioso. E’ suggestivo camminare per le vie dove si svolge la processione del Santo patrono mentre tutto intorno, tra gente che prega e gente che si diverte, si possono respirare atmosfere così diverse tra loro ma pur sempre in equilibrio: il sacro ed il profano. I “mercati” che si organizzano in occasione delle feste patronali vedono come protagonisti i venditori ambulanti che propongono ogni genere di mercanzia per soddisfare tutti i gusti dei partecipanti alla festa. In passato questi mercati rappresentavano l’occasione buona per comprare gli attrezzi per lavorare la terra, per pescare o per gli affari domestici.
Il Santo Patrono viene portato in processione per le vie principali del paese che vengono addobbate con festoni, luci e fiori; in passato i festoni luminosi venivano realizzati artigianalmente con ramoscelli di lentisco. Lungo le vie principali del paese, dietro il simulacro del Santo Patrono, sfilano le autorità religiose, civili e militari e tutti i devoti o i turisti. La tradizione religiosa eoliana racconta una storia fatta di devozione, si pensi che gli isolani si spostavano, addirittura, con le barche a remi per raggiungere le altre isole per partecipare alle feste dei Santi Patroni che si celebravano nelle altre isole eoliane; si trattava di veri e propri pellegrinaggi via mare. Ancora oggi, in occasione della festa della Madonna di Porto Salvo (che si celebra a Lipari la terza domenica di Luglio) e della Madonna delle Grazie (che si celebra a Vulcano la prima domenica di Luglio), si ricrea questo suggestivo pellegrinaggio via mare e la processione si realizza sul mare con le barche.
Il gioco dell’antenna a mare e la purificazione del fuoco
La cultura marinara eoliana conserva ancora la tradizione del gioco dell’antenna a mare, nello specifico questa tradizione è ancora viva a S. Maria Salina e si svolge in occasione della festa della Santa Patrona. Si tratta di una sorta di albero della cuccagna che fa sporgere sul mare una lunga trave impregnata di grasso per impedire ai partecipanti alla gara di raggiungere con facilità la cima dove è collocata la bandiera. La competizione è vinta dal partecipante che riesce a prendere la bandiera.
Nella simbologia eoliana il fuoco aveva una funzione purificatrice, infatti, durante la festa della Madonna delle Grazie, Patrona di S. Marina Salina, dopo il rito religioso, durante la notte, si accendevano cumuli di paglia e sterpaglia, definiti nell’idioma locale vampirini, che segnavano la conclusione della festa. Ecco perchè, ancora oggi, ogni processione si conclude con le spettacolari manifestazioni pirotecniche, per richiamare questa valenza purificatrice e per segnare la fine dell’evento.