Flora e fauna dell’Eolie
Le Isole Eolie, grazie alla loro origine vulcanica, rappresentano uno straordinario scenario di diversità ecologica, paesaggistica e naturalistica. Anche l’insediamento umano, risalente al V millennio a.C., ha notevolmente influenzato la struttura del territorio.
Flora delle Isole Eolie
La flora vascolare, tipica delle regioni del Mediterraneo centrale, conta 900 specie, mentre le informazioni scientifiche sulla flora non vascolare ( funghi, alghe e licheni ) sono relativamente carenti. Nel territorio eoliano non è difficile incontrare specie esotiche come eucalyptus, acacia e alnus, invece, la presenza di Pinus è dovuta al risultato, più o meno recente, di rimboschimento. La popolazione floristica delle Eolie è composta da piante diffuse nell’area Mediterranea con una prevalenza di piante erbacee che costituiscono circa l’80%; il restante 20% è composto da piante legnose. Il patrimonio floristico e faunistico è dovuto a dei processi di colonizzazione in cui l’uomo ha sicuramente avuto un ruolo predominante con l’introduzione, attiva o passiva, di numerose specie. Dal punto di vista biogeografico ed ecologico, risultano essere di rilevante interesse le specie endemiche come la podarcis raffonei e l’elyomis quercinus liparensis, che si trovano in aree molto circoscritte. I boschi autoctoni, integri dalla manipolazione umana, si possono ammirare in tutta la loro bellezza a Stromboli nella località di Fico Grande, a Vulcano nell’area di Gelso, a Lipari nella zona di Pirrera e, inoltre, in aree difficilmente accessibili per l’uomo.Questo fattore ha permesso all’ecosistema di mantenersi integro nel suo aspetto naturale, dal momento che per l’uomo era difficile avere accesso a queste aree. Questi boschi sono composti principalmente da leccio, erica, caprifoglio, omiello e corbezzolo. L’impoverimento del patrimonio boschivo ha portato la sostituzione delle piante arboree con la macchia Mediterranea, vegetazione arbustiva che, ad oggi, ricopre gran parte del territorio eoliano. La macchia mediterranea è costituita da ginestra odorosa ( spatium yunceum ), da cisti ( cistus monspeliensis – creticus – salvifolius ) e dall’endemica ginestra ( genista tyrrehena ) che si possono trovare nella loro forma più rigogliosa all’altezza di 350 m, grazie all’elevata umidità notturna anche nei periodi estivi. Sono facilmente individuabili, in tutto il territorio eoliano, bouganville, fichi d’india, palmette nane che, spontaneamente, decorano, con i loro colori e le loro forme, il paesaggio. Una delle coltivazioni che si è contraddistinta nel corso dei secoli e che, ad oggi, rappresenta una grossa realtà produttiva, è quella del cappero. Quest’ultimo viene esportato in apposite anfore sin dai tempi dei romani. Imbattersi nelle piante di cappero è veramente semplice perchè si trovano facilmente lungo tutto il territorio, sono abbarbicati ai muraglioni e alle rocce. Il cappero, oltre ad essere uno dei perni della cucina locale, è una grossa fonte di reddito insieme alla malvasia. Entrambi questi prodotti vengono esportati in tutto il mondo. Tra gli arbusti aromatici, che meritano particolare attenzione anche per l’uso culinario che ne viene fatto, troviamo il rosmarino, il timo, eliotropia e il lentisco. Gli alberi da frutta, che meritano un attenzione particolare per la loro diffusione, sono il fico, il mandorlo, il susino, il carrubo e il fico d’india.
Fauna delle Isole Eolie
Dal punto di vista faunistico, maggiore interesse viene attribuito alle specie endemiche per i loro caratteri biologici e conservazionisti, motivo per il quale divengono motivo di studio dei processi di speciazione. Si tratta di spiecie esclusivamente circoscritte al territorio eoliano. Il numero di specie endemiche è assai ridotto, basti pensare alle specie focali podarcis raffonei e aple sue sottospecie di gliride, ancora individuabili in alcuni tratti boschivi di Lipari. Sul territorio eoliano è presente un numero elevato di specie di invertebrati. Tra gli insetti si trovano allo stato endemico cinque specie di coleotteri, una di lepidottero, una di omotteri, due di ragni disderidi, tre di collemboli e cinque di molluschi polmonati. Tra gli insetti è di notevole interesse la Sfinge, una farfalla estremamente diffusa con ali marroncino cenere ed un corpo robusto striato, rosso e nero, che raggiunge le dimensioni di 10 cm. Di norma, le faune insulari sono più povere di specie a causa dell’ecosistema circoscritto dal mare.
Questo fattore determina in modo rilevante la biogeografia e l’ecologia che rende questi ambienti unici nel loro genere. Popolazioni di specie diffuse in tutto il territorio Mediterraneo, come Tarentola mauritanica, Rattus Rattus, Coluber viridiflavus, Bufo viridis, Mus domesticu, Podarcis sicula e Hemidactylus turcicus, sono di notevole interesse perché la barriera naturale, che si traduce in una barriera genetica, rende queste specie uniche nel loro genere. Un esempio pratico è dato dallo studio di alcuni mammiferi eoliani quali ratto e il ghiro dai quali si evince come siano di dimensioni maggiori rispetto alle medesime specie siciliane. Un aspetto molto interessante, per gli appassionati di birdwatching, è il transito nei periodi primaverili e autunnali di uccelli migratori come oche selvatiche, quaglie, cigeri, cormorani, fenicotteri, pellicani, anatidi, aironi rossi e gru. Tra gli uccelli stanziali suscitano molto interesse la Berta Maggiore e Minore, il Falco Mediterraneo, il Falcone della Regina, il Lodolaio, la Poiana, il Falco Cuculo, il Gabbiano Reale, il Passero Maltese, il Cardemillino, il Corvo Imperiale.
L’unico anfibio presente è il Bufo viridis, specie in grado di tollerare prolungati periodi di siccità. Non è difficile imbattersi, durante le escursioni naturalistiche nell’entroterra nel Biacco , nella “sierpi niura”, così soprannominata per il colore scuro degli individui adulti. Si tratta di un animale innocuo all’uomo ma utile, data la sua dieta basata principalmente sui piccoli vertebrati, tra cui i topi. Di poca rilevanza sono gli allevamenti che non riescono a soddisfare il fabbisogno locale. Tra quelli presenti assumo un certa importanza quelli degli ovini, caprini e bovini. Un’ altra specie molto diffusa su tutto il territorio eoliano è il coniglio selvatico che, negli ultimi decenni, ha registrato un grosso calo di presenze a causa della sconsiderata caccia avvenuta sopratutto negli anni 80. Oggi per fortuna è stata creata una riserva naturale protetta che occupa gran parte del territorio e vieta totalmente le pratiche di caccia.
Podarcis raffonei “la Lucertola eoliana”
Un capitolo a parte lo merita la lucertola delle Eolie, presente ormai in numeri ridottissimi in aree frammentate dell’isola di Vulcano, in alcuni scogli dello Strombolicchio, nella canna di Filicudi e nell faraglione di Salina. La specie, che un tempo popolava tutto l’arcipelago, oggi è presente solo in queste aree a causa dell’introduzione della lucertola campestre (podarcis sicula) da parte dell’uomo intorno al 7000 a.C.. Le due specie si differenziano per la colorazione tendenzialmente più scura della lucertola eoliana e per alcune macule sotto la gola. La riduzione del suo habitat naturale ad opera dell’uomo e la competizione con P. sicula, costituiscono una gravissima minaccia tanto da essere considerato uno dei vertebrati italiani a maggior rischio d’estinzione.
L’asino e l’Eolie
Uno degli animali che ha lasciato un’ impronta di rilievo nelle comunità autoctone è l’asino, dialetticamente chiamato ” u sceccu”. Di esso se ne hanno tracce a partire dal I sec. a.C. , ha avuto una spiccata importanza fino a qualche decennio fa, poiché, per la sua notevole resistenza, veniva utilizzato per i duri lavori nei vigneti. Acquisì cosi tanta importanza che i contadini gli riservavano uno spazio apposito chiamato “Sarduni”. Ad oggi , è possibile ammirare l’asino impiegato non solo come mezzo di carico o di trasporto, ma anche nelle manifestazioni folkloristiche.
L’ambiente marino eoliano
Una delle maggiori attrazioni dell’arcipelago eoliano è sicuramente l’ambiante marino che, grazie alle acque cristalline, alla ricchezza di vita e agli innumerevoli reperti archeologici, è divenuto meta ambita per i subacquei di tutto il mondo. L’intensa attività vulcanica che contraddistingue l’arcipelago, composto da ben 12 vulcani collegati, ha modellato i fondali creando un ambiente variegato pieno di scogliere, vulcani sommersi e grotte. I fondali marini offrono spettacoli rari e di straordinaria bellezza, basta pensare alle pareti di ossidiana splendenti di riflessi, alle distese di poseidonia e ai fondali che variano dal bianco della pomice al nero intenso della sabbia vulcanica, impreziosito dai numerosi siti archeologici. I fondali, con variazioni altimetriche oltre i 1000 m principalmente rocciosi, formati da magmi e eruzioni esplosive, lasciano poco spazio ai fondali sabbiosi che, ove presenti, prosperano di posedonia oceanica. La zona interessata è influenzata dalle correnti marine provenienti dallo stretto di Messina, da quelle levantine, da quelle atlantiche e da quelle provenienti dal bacino del Mediterraneo. L’elevata biodiversità della vegetazione marina e la cospicua presenza di alghe pelagiche costituiscono un ambiente ricco di insediamenti e di specie bentoniche e planctoniche, creando un ambiente perfetto di nidificazione per numerose specie ittiche quali: Aguglia, Aguglia Imperiale, Alice, Aragosta, Astice, Calamaro, Castagnola rossa, Cavalluccio marino, Cefalo, Cernia, Coda di rospo, Costardella, Dentice, Gambero rosso,Grongo, Lampuga, Leccia, Luccio di mare, Mormora, Musdea, Nasello, Nasello, Occhiata, Ombrino, Orata, Pagello, Pagro, Palombo, Pesce prete, Pesce serra, Pesce spada, Polpo, Ricciola, Sarago, Sardina, Scorfano rosso, Seppia, Spigola, Tonno, Tracina, Triglia e Vopa. E’ anche possibile vedere Stelle marine, Coralli neri, Attinie equine, il Rombo e diverse specie di meduse che riservano incontri poco piacevoli se entrano a contatto con la pelle. L’ incontro più affascinate in cui potrete imbattervi, nel mare delle Eolie, è sicuramente quello con i cetacei che, grazie all’abbondante presenza di specie ittiche, trovano in queste acque un ambiente ideale per la loro sopravvivenza . Le specie più comuni sono: il Capodoglio, il Delfino comune, lo Zifio, la Stenella, la balenottera comune, il Grampo, il Globicefalo, lo Steno, il Tursiope e la Pseudorca.
Follow Us!